inserito 12/09/2008

Graziano Romani
Between Trains
[Freedom Rain  2008]



Ascoltare dischi come Between Trains di Graziano Romani fa bene all'anima, quell'anima che ogni rocker si porta dentro. A distanza di sette anni dal favoloso Soul Crusader, il rocker emiliano ci presenta un altro disco di cover; ma se là era il solo Bruce Springsteen l'artista da omaggiare, qui ne troviamo tredici, tredici come le canzoni proposte, costante dei suoi dischi di questo terzo millennio. Dopo la fine dell'esperienza con i Rocking Chairs e la conseguente pubblicazione di Adios, primo dei suoi dischi cantati in italiano, nella seconda metà degli anni novanta aveva già messo in cantiere (con i Megajam 5 e i Souldrivers) progetti simili, ma i risultati ottenuti con Between Trains superano di gran lunga quelli già lusinghieri ottenuti allora. Perché in questi anni Graziano è cresciuto, ha ritrovato coraggio e confidenza nello scrivere canzoni di suo pugno, ed ha inanellato una serie di albums a dir poco strepitosa, giunta al suo culmine con Painting Over Rust nel 2006 e Tre Colori l'anno successivo, dove "riportando tutto a casa", tornava a cantare in italiano; ma forse sentiva ancora il bisogno di guardarsi un pochino indietro, e di regalarsi / regalarci questa "lucky thirteen".

Il bello è che sembra un disco suo, tale è la coesione dei brani scelti, nonostante le registrazioni abbraccino un lungo arco di tempo (2000-2008, comunque tutte ri-mixate) e le canzoni appartengano a ben cinque diverse decadi. Le incisioni più vecchie sono Real World (rieccolo, il Boss) e una grande versione di Wichita Lineman di Jimmy Webb, che arrivano dall'inedito album dei Souldrivers. Mettere in fila una simile serie di artisti non è impresa facile per nessuno, ma Graziano è il miglior cantante italiano in assoluto e con la sua voce sempre in bilico tra rock e soul, riesce ad equilibrare tra loro songs dalle più diverse estrazioni. Brand New Day (Van Morrison) e Don't Fall Apart On Me Tonight (Bob Dylan) su tutte, ma pregevolissime risultano cover inusuali (soprattutto per una voce maschile) quali Last Chance Lost (Joni Mitchell) e The Living End (Judee Sill), come pure Sound Of Free di Dennis Wilson, all'epoca uscita solo su 45 giri.

Sicuramente più conosciute sono Mutineer di Warren Zevon (gran bella versione!) e White Shadow di Peter Gabriel. Di rilievo la personale interpretazione che Romani dà di Struggling Man di Jimmy Cliff e Between Trains di Robbie Robertson. Completano il lotto Genesis Hall (a firma Richard Thompson, periodo Fairport Convention) e Grace Darling (dalla penna di Dave Cousins, Strawbs). Apprezzato da artisti del calibro di Elliott Murphy e Dirk Hamilton, seguito dai fedeli Spiriti Liberi (paragonabili ai Deadheads dei Grateful Dead, ai Parrotheads di Jimmy Buffett, ai Rusties di Neil Young...), Graziano Romani aggiunge un altro tassello prezioso alla sua discografia; peccato solo che farsi notare in questo intasato mercato discografico sia difficile come riuscire a fare una corsa sull'amata, ma ormai altrettanto intasata, Via Emilia.
(Luca "BorderWolf" Vitali)

www.grazianoromani.it


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