The Palominos
Come On In

[Randm Records 2014]

www.thepalominos.com
randmrecords.com

File Under: It's Bakersfield time again!

di Marco Poggio (03/05/2014)

Se tra i ranghi della Randm Records, etichetta presso la quale si sono recentemente accasati, figurano già i "figli bastardi" di Johnny Cash, The Palominos possono essere considerati, a tutti gli effetti, i "nipotini illegittimi" di Buck Owens. A differenza dei succitati "figli d'arte" cashiani, con all'attivo una discografia fattasi ancor più corposa con la pubblicazione del recente New Old Story, il quartetto, di stanza a San Diego, giunge solo oggi al proprio debutto discografico. Un esordio, Come On In, seppur nella sua breve durata (in realtà trattasi di un ep), a dir poco pregevole, quanto capace, nel ristretto spazio pentagrammatico di sette composizioni, di mettere in luce il diligente approccio musicale dei countrymen californiani. È ovviamente al verbo del proprio "progenitore musicale" che il quartetto, capitanato dai fratelli Thomas e James Zurek, guarda con dedizione e rispetto, facendo proprie le solari trame di quel Baskerfield sound del quale Owens fu tra i pionieri.

Puro West Coast country, quello impresso su nastro dai nostri, a rievocare quanto partorito dalla fervida scena musicale nata e sviluppatasi, verso la fine degli anni Cinquanta, nella cittadina della San Joaquin Valley, in contrapposizione alla stucchevolezza zuccherina tracimante dalle produzioni nashvilliane del tempo. Musica verace e genuina, ove alle armonizzazioni vocali e agli evocativi fraseggi della pedal steel, venivano uniti il twang elettrico della Telecaster, e il sobbalzare percussivo del primigenio rock'n'roll. Una baldanza che rivive oggi immutata attraverso l'opera dei Palominos, fedeli osservanti dei precetti originari, tanto che non avrebbero sfigurato, ai tempi, sui palchi degli innumerevoli honky tonk bar affollanti le vie di Baskerfield, contendendo anzi la scena, alla pari, ad autentiche star di prima grandezza quali, tra gli altri, il già ampiamente menzionato Buck Owens, Tommy Collins e Merle Haggard.

Basti ascoltare, a riprova di ciò, il genuino trasporto messo in mostra nella title track, e ribadito nella conclusiva You Provide The Heartbreak (I'll Provide The Wine), dove sembra di trovarsi di fronte ai redivivi Buckaroos, per non parlare dei pruriti rock'n'rollistici d'un altrettanto movimentata It Could Happen To Anyone, con il sincopato tambureggiare di Craig Packham ben in evidenza. È tuttavia l'armonizzarsi tra le voci di Thomas Zurek e Lance Hawkins, così come l'intreccio elettroacustico tra le loro rispettive sei corde, a rappresentare l'anello di congiunzione tra passato e presente, come si evince nella spigliata No You Don't, o in una Macon, Georgia, irrobustita proprio dal twanging riverberato della chitarra elettrica. Un esordio di corroborante freschezza, Come On In, nel suo riproporre, senza derivatismi di sorta, sonorità ancor oggi fresche e frizzanti. D'altra parte gli stessi Palominos si definiscono "Not contemporary in style, but certainly timeless in sound" e, alla luce di quanto ascoltato, come gli si può dar torto?



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