A priori, l'esistenza dei National aiuta a sperare che esista ancora la
possibilità di scoprire attraverso la musica qualche via misteriosa, un imprevisto,
una sorpresa. Non è poco. I National hanno fatto tutte le scelte al contrario
del manuale di istruzioni dell'industria discografica, o di ciò che ne rimane:
l'immagine è scoordinata a partire dal website (che si chiama americanmary.com),
le canzoni hanno sempre un tono malinconico e crepuscolare e i ritornelli, quando
e se ci sono, arrivano dopo un'eternità, per non dire delle sonorità, molto spigolose,
a partire dalla voce baritonale di Matt Berninger. Abbastanza per essere archiviati
senza se e senza ma dal manager di turno e invece guarda un po' High
Violet ha venduto (quasi) un milione di copie e stiamo parlando di
due anni fa, tempi in cui vendere un disco è più difficile che andare contro i
mulini a vento.
Trouble Will Find Me arriva, come ha detto
Matt Berninger, senza aver nulla da dimostrare ed è nato nelle pieghe del lungo
tour che ha portato i National a essere una realtà conosciuta worlwide. Dimensione
che non ha cambiato di una virgola la loro attitudine e che si riflette in un
lungo percorso (tredici canzoni, quasi un'ora di musica) dove le canzoni si snodano
in gran parte in ballate ombrose a cui magari manca l'ambizione che alimentava
High Violet, ma vivono di una stratificazione di dettagli (dentro e attorno alla
voce di Matt Berninger, volendo ancora più ipnotico), di un clima molto cool,
dove i National non fanno altro che ribadire la propria anomalia, interpretando
se stessi fino alla fine. L'impatto non è immediato perché Trouble Will Find Me
elenca tutta una varietà complicata di situazioni, dal delicato intimismo di Fireproof,
I Need My Girl, Heavenfaced, alle nervose
vibrazioni di Don't Swallow the Cap e Graceless,
che tradiscono la passione dei National per tutto quello che, per comodità e brevità,
inseriamo nell'ubiqua etichetta di new wave.
Piano piano (e a volte anche
forte forte, spesso mettendo suoni e noise divergenti anche nei passaggi più dolci)
Trouble Will Find Me si insinua con tutta una sua grazia e allora, con un po'
di pazienza e tenendo presente che rimangono dei brillanti outsider, molti dettagli
bizzarri trovano una loro collocazione compresa la conclusiva Hard
To Find, che, se serve a rendere l'idea, sembra una canzone di Nebraska
prodotta da Jeff Tweedy. Romantici senza speranza (i guai ti trovano sempre),
con una qualche idea in più in grado di fare la differenza, i National
sono la placida dimostrazione che, per quanto si prospetti duro, contorto e grigio,
il futuro è ancora tutto da scrivere e, non fosse altro che per questo, Trouble
Will Find Me è uno dei dischi che ricorderemo di quest'anno, del resto già piuttosto
avaro.