John
Mellecamp
On the Rural Route 7609
[Universal 2010]
Che John Mellecamp stesse vivendo una stagione di incredibile maturazione
e saggezza ce ne eravamo resi conto dall'ascolto delle sue più recenti opere,
cominciando proprio dall'apice toccato con Life
Death Love and Freedom, uno scuro, denso monolite folk che fotografava
con spietata lucidità il trascorrere del tempo dentro e fuori e l'anima del musicista.
Non è dunque un fulmine a ciel sereno la pubblicazione di questo cofanetto intitolato
On The Rural Route 7609 - riprendendo esplicitamente le tracce di
Rural Route, una delle canzoni più "nere" del suo recente songbook - anche
se il lavoro svolto nella sua creazione e stesura ci indica ancora una volta un
percorso ostinato e coraggioso, che vede John Mellencamp sempre meno interessato
agli aspetti più esteriori e persino romantici della sua musica, per addentrarsi
piuttosto nel cuore del songwriting. La trasformazione da rocker impenitente e
ribelle a riflessivo cantore della "real life" americana di provincia si dispiega
lungo quattro cd che sono concepiti essenzialmente come dischi a se stanti, veri
e propri percorsi di vita e di scrittura distinti, che lo stesso Mellencamp ha
contribuito a selezionare con assoluta meticolosità. Nel fondo del rock'n'roll
popolare e vibrante che ha caratterizzato la sua più che trentennale carriera
si è sempre nascosta l'intenzione, anzi il desiderio di proporsi in una veste
più "adulta": pur conservando quei tratti di semplicità che lo hanno reso un piccolo
eroe ed una guida insostituibile del cosiddetto "heartland rock", John
Mellencamp non ha mai celato la sua voce sinceramente democratica, il suo piglio
narrativo, le sue velleità di cantore di quella "strada rurale" che dal nativo
Indiana si dirama lungo le mille tradizioni e le mille radici - mai parola è stata
più azzeccata in questa occasione - della nazione americana. Ha reso esplicito
questo atteggiamento in capolavori quali Scarecrow e The Lonesome Jubilee e vi
è tornato a più riprese, quasi in maniera maniacale e ossessiva, in un percorso
artistico mai banale, non privo di fasi provvisorie, di alti e bassi, ma sempre
audace.
On
The Rural Route 7609 sembra essere la sintesi di queste sue aspirazioni, poichè
asciuga ogni orpello, predendo persino in prestito le voci dell'attrice Joanne
Woodward (recita il testo di The Real Life)
e del professore ed educatore Cornell West (per l'introduzione a Jim
Crow), come ad enfatizzare il senso più profondo delle liriche. Approda
insomma al grado zero del suo songwriting offrendo quello che il critico e scrittore
Anthony DeCurtis definisce nelle note interne del box "the real John Mellencamp",
quasi specchio di quella citata Real America che infonde ogni singola nota di
queste canzoni. Un libretto di più di settanta pagine (ed una elegante confezione
da album fotografico, da qui forse il prezzo un po' proibitivo, va detto) con
un lungo essay firmato dallo stesso DeCurtis (cresciuto nell'Indiana come Mellencamp)
e una serie di interviste e commenti, canzone per canzone, accompagna questo singolare
viaggo dove ad aprire i giochi c'è una Longest Days,
dagli ultimi scampoli di Life Death Love and Freedom e a chiudere, sul quarto
disco, la stessa Roural Route in una inedita
versione acustica. Così abbiamo anche svelato la scelta inusuale - eppure perfetta
per il discorso insito nel cofanetto - di muoversi attraverso il tempo senza alcun
ordine cronologico o analitico. On The Rural Route 7609 diventa infatti un assemblaggio
di parole e temi che ritornano negli anni vissuti sulla strada da John Mellencamp,
spostandosi avanti e indietro nello spazio (e nella discografia), ma sempre mantenendo
un occhio di riguardo all'essenza di quella terra che un tempo era popolata di
"small town".
Non è neppure presente l'omonimo, immortale successo che
illuminava Scarecrow: questo a ribadire la particolarità del progetto, che concede
alle sole Pink Houses, Jack
and Diane (forse la più invecchiata nel contesto generale del box)
e Jackie Brown il ricordo affettuoso degli
anni giovanili. Ci sono peraltro diciasette inediti, demo acustiche e versioni
alternative fra cui sbucano altri punti cardinali come Authority
Song e Cherry Bomb, qui però in
veste scheletrica e abbozzata, o ancora la predilezione per le esecuzioni unplugged
di Rain on the Scarecrow, Love
and Happiness e Between a Laugh and a Tear,
tutte tratte da quell'estemporaneo (e sottovalutato) album che Mellencamp fece
uscire a termine di contratto con il titolo di Rough Harvest (1999). Non andrebbero
però sottacciuti i veri e propri inediti, tra cui brillano una commovente Void
in my Heart, Sugar Marie e una
spettrale Somewhere The Rain Will Fall, a
ribadire il nuovo corso folk dell'autore, che sa di terra, umanità e luoghi dimenticati
da Dio. In generale quello che colpisce è la presenza massiccia di episodi tratti
dall'ultimo scorcio della sua carriera: l'importanza riversata non solo al più
volte ricordato Life Death Love and Freedom (praticamente saccheggiato, compresa
la verisone dal vivo di If i Die Sudden),
ma anche al predecessore Freedom's
Road (da qui arrivano Our Country,
Jim Crow, Forgiveness,
Someday) pare la conferma di come Mellencamp
consideri questa sua stagione musicale di estrema importanza, la chiave forse
per comprendere fino in fondo quella che è stata la sua storia e probabilmente
quella che sarà la sua destinazione.
In On The Rural Route 7609 l'America
di Mellencamp appare una volta di più come popolare e populista, certamente democratica
e liberal, multirazziale e aperta, ma anche agreste, nostalgica e patriottica,
un tutto in divenire che cerca di comprendere le differenze e non dividere le
coscienze. Non è poco, per
un "little bastard" partito dalla sconosciuta Seymour, Indiana. (Fabio
Cerbone)