The Jeffrey Lee Pierce Sessions Project
Axels & Sockets

[Glitterhouse 2014]

www.glitterhouse.com

File Under: The fire of love

di Gianfranco Callieri (03/06/2014)

Senza cambiamento non c'è identità. Era più o meno quello che provava a dire lo stesso Jeffrey Lee Pierce, l'indimenticabile frontman e compositore dei Gun Club, il più grande, selvaggio e spaventoso tra i cerimonieri intenti, negli anni '80, a compiere la transizione dall'energia febbrile del punk all'essenza demoniaca e disperata del blues (non viceversa, attenzione), nella breve intervista olandese tutt'ora in calce alla recensione del precedente volume di questa serie di tributi, allorché rifletteva sulla sopravvivenza estetica e concettuale di alcuni elementi caratterizzanti il rock degli anni '50. A Pierce e ai suoi Gun Club almeno una cosa tutti, neofiti post-mortem e detrattori compresi, dovrebbero riconoscere, ovvero la sua capacità di attingere alla tradizione, blues e rockabilly soprattutto, non allo scopo di esprimere paura o rifiuto del nuovo, del diverso, bensì per trovare una propria identità nel confronto tra forma (quella del nuovo rock degli Ottanta) e sostanza (delle radici).

In questo senso, le tre antologie di omaggi apparse in meno di un lustro, la prima nel 2010 (We Are Only Riders), la seconda un anno dopo (The Journey Is Long), pur nelle inevitabili cadute di tono, nella genetica discontinuità degli esiti, nell'intrinseco oscillare tra colpi d'ala e (pochi) scivoloni di gusto, colgono appieno non solo la poetica, mai abbastanza valorizzata, dell'artista oggetto di celebrazione (un capostipite, o poco meno, nella fusione di suggestioni rurali e inquietanti esotismi, violenza e voodoo, autodistruzione e romanticismo struggente), ma appunto gli elementi più rilevanti del suo progetto artistico e, vorrei dire, filosofico. Anche Axels & Sockets, insomma, nelle sue 18 riletture di altrettanti capitoli del repertorio di Jeffrey Lee Pierce, ne conferma e amplifica il peculiare processo creativo dove il cambiamento è funzionale all'acquisizione di una propria, inconfondibile identità. Cosicché l'episodio più convincente sembra essere proprio quello in apparenza più distante dal canone originario, ossia il lungo "Andrew Wheatherall's Nyabinghi Noir Mix" della Goodbye Johnny riletta dai Primal Scream, una cupa, drogata, notturna, sinuosa, psicotica sinfonia di tastiere liquide, stacchi elettronici e loops cavernosi in luogo dell'incandescente proiettile punk-blues del prototipo.

Eccezionali sono pure Nick Cave e Iggy Pop, che con l'aiuto di Thurston Moore dei Sonic Youth scartavetrano in garage stoogesiano Nobody's City (mentre un'altra habitué della serie, la Debbie Harry da Pierce venerata a tal punto da fondare un fan-club a lei dedicato, pur in strepitosa forma vocale, non convince appieno su Kisses For My President, meglio interpretata, più avanti, da una Andrea Schroeder sulle orme di Nico), e l'inedita coppia formata da Mark Lanegan e Betrand Cantat (Noir Désir, Détroit) per regalare inaudita tristezza elettroacustica a un malinconico fiore d'acqua chiamato Desire By Blue River. Meritano una segnalazione anche gli ignoti Honey, gruppo della Cornovaglia prodotto da un amico di Pierce, Kris Needs, alle prese con una sferzante Thunderhead, tradotta con tutta la ferocia rock-blues di un ossessivo power-trio, e il country scassato degli Slim Cessna's Auto Club (Ain't My Problem Baby), la rarefatta canzone d'autore di Hugo Race (Break 'Em Down) e la dissonanza dub acida e sincopata di Mark Stewart (Shame And Pain).

E tuttavia, per la coerenza interna e per la coerenza rispetto alla dimensione estetica di Pierce, Axels & Sockets va preso tutto intero. È migliore del suo predecessore e un po' meno riuscito dell'articolo numero uno, ma anche questo non è poi molto importante. Importante, e anzi, insostituibile, è essere di nuovo qui a parlare di Jeffrey Lee Pierce e tramite lui - il suo ricordo, le sue canzoni (anche incomplete o solo abbozzate) - vedere dov'è, oggi, la musica che più abbiamo amato: per sentirla, un'altra volta ancora, e poi ripartire di nuovo.

:: La scaletta

01. Nobody's City - Iggy Pop with Nick Cave (feat. Thurston Moore)
02. Kisses For My President - The Amber Lights with Debbie Harry
03. Mexican Love - Black Moth
04. Weird Kid Blues - Julie Christensen
05. Ain't My Problem Baby - Slim Cessna's Auto Club
06. Constant Limbo (Constant Rain) - Crippled Black Phoenix and Cypress Grove (feat. Mark Lanegan, Bertrand Cantat & Suzie Stapleton)
07. Into The Fire - Nick Cave And Debbie Harry
08. Thunderhead - Kris Needs Presents… Honey
09. Desire By Blue River - Mark Lanegan and Bertrand Cantat
10. Kitty In The Moonlight - The Amber Lights with Xanthe Waite
11. Secret Fires - Ruby Throat
12. Kisses For My President - Andrea Schroeder
13. Body And Soul - James Johnston
14. Goodbye Johnny (Andrew Weatherall's Nyabinghi Noir Mix) - Primal Scream
15. Break 'Em Down - Hugo Race
16. My Cadillac - Cypress Grove
17. The Journey Is Long - Lydia Lunch and Jeffrey Lee Pierce
18. Shame And Pain - Mark Stewart And Jeffrey Lee Pierce (feat. Thurston Moore)


    


<Credits>