Condividi
 
 

Gov't Mule
Peace...Like a River
[Fantasy Records 2023]

Sulla rete: mule.net

File Under: the many moods of Mule


di Pie Cantoni (22/06/2023)

Sappiamo che Warren Haynes & friends sono un gruppo particolarmente prolifico, ma leggere che questo lunghissimo, dodicesimo album (con anche eventuale deluxe edition con 5 inediti) è stato registrato contemporaneamente all’ottimo Heavy Load Blues, fa un certo effetto. Soprattutto perché né HLB né questo nuovo lavoro, Peace...Like a River, hanno un minimo accenno di debolezza. Anzi, sono entrambi dischi solidi, pieni di idee, di spunti, di richiami e di influenze, a conferma che i Gov’t Mule godono di salute perfetta.

Ai quattro componenti del gruppo, Warren Haynes, Matt Abts (qui in versione più John-Bonham-esque del solito), Danny Louis (tuttofare del gruppo) e Jorgen Carlsson (basso) si uniscono diversi ospiti di prestigio: Billy F Gibbons canta nel brano tinto di hard blues alla ZZ Top Shake Our Way Out, Billy Bob Thornton aggiunge una traccia parlata a The River Only Flows One Way, mentre per Dreaming Out Loud, dove Haynes voleva una parte vocale alla Sly and the Family Stone, ci sono Ruthie Foster, amica della band e già presente nel disco del 2006 High & Mighty, e la leggenda del soul Ivan Neville, che prestano le loro voci. Infine la cantante Celisse aggiunge la sua voce poderosa alla traccia Just Across The River.

Ma andiamo con ordine perché ci sono talmente tanti ingredienti in questo Peace… like a river che si rischia di fare confusione. Dodicesimo disco da studio della band, si spinge molto oltre quanto fatto finora dal gruppo guidato da Warren Haynes. Oltre a fondere i vari stili che hanno maggiormente influenzato il suono della band, qui troviamo brani di particolare lunghezza in cui non sono tanto i potenti riff di chitarra a farla da padrone, ma gli arrangiamenti, molto elaborati e che mettono in risalto, a turno, tutti gli elementi della formazione e anche lunghe code strumentali. La prima traccia è Same as it Ever Was, un brano di stampo zeppeliniano, che inizia con un giro di chitarra acustica e organo per poi esplodere in una potente traccia rock, non lontana appunto da Jimmy Page e compagni. Uno dei pezzi migliori in assoluto del disco.

In Shake my Way Out, come anticipato, fa una comparsata il reverendo Billy Gibbons (ZZ Top), inconfondibile, per una canzone rock blues al vetriolo come solo quella piccola band dal Texas potrebbe fare meglio. La cavalcata di ben nove minuti di Made My Peace è un brano mid tempo guidato da un riff di chitarra e da un piano che sembrerebbero cozzare totalmente, in quanto il primo è sincopato e distorto mentre il secondo lineare e molto melodico. Invece, come se ci trovassimo di fronte ad uno spettacolo di magia, tutto si incastra alla perfezione senza nemmeno che riusciamo a capire come sia possibile. Non stiamo nemmeno a parlare dell’intermezzo strumentale, con archi e piano che ci richiama un certo glam rock alla Queen, quasi smaccatamente pomposo, per non rovinarvi la sorpresa dell’ascolto di un pezzo che rivela sempre sfumature nuove e sorprendenti. Il controtempo tra chitarra e batteria di Peace I Need anche qui richiama la perfetta simbiosi tra Page e Bonham e ci fa capire quanto i Gov't Mule meriterebbero molto più credito di quanto già non abbiano.

Il primo singolo estratto è Dreaming Out Loud, titolo citazione di Martin L. King, con Ivan Neville e Ruthie Foster, che mixa soul, funk e rock. Si dovrebbero citare brani marcatamente 70s come Head Full of Thunder, o il dub di The River Only Flows that Way, ma l’unico vero modo di apprezzare questo disco è ascoltarlo più e più volte se possibile, cercando di cogliere tutte le sfumature e rimanendo abbastanza disarmati davanti alla bravura della band. La chiusura però è lasciata ad una classica ballatona alla Warren Haynes, Gone Too Long, bellissimo brano che probabilmente Haynes scrive con il pilota automatico, ma che è sempre un piacere ascoltare. Forse, per ritornare a quanto detto prima, questo è uno dei dischi più vari dei Gov't Mule, un lavoro che li avvicina ai fasti dei Led Zeppelin della maturità, con la stessa capacità di creare brani dinamici e di integrare tutti gli strumenti in maniera matura e sempre originale. Non è ancora il loro Physical Graffiti, ma ci siamo molto vicini.


    



<Credits>