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country blues revue di
Fabio Cerbone (17/09/2013)
Mai guardarsi troppo alle spalle, dovrebbe essere un adagio adottato da ogni giovane
rock'n'roll band sul pianeta. La comunità (perché in fondo di questo si tratta)
dei North Mississippi Allstars non è esattamente una band di novellini
e si può concedere dunque a buon diritto un tuffo nel proprio passato e in quelle
radici che li hanno spinti, ormai nell'esordio targato 2001 Shake Hands with Shorty,
a traghettare il verbo del cosiddetto "hill country blues" verso le
nuove generazioni. Tornano quindi i fantasmi di Robert Lee Burnside e Junior Kimbrough
nelle generose tracce di World Boogie Is Coming, ma torna anche
la protezione dall'alto del padre Jim Dickinson sui fratelli Luther e Cody, perché
il titolo del disco ruba proprio una delle sentenze preferite dello scomparso
Jim e la trasforma da filosofia di vita in un messaggio musicale.
Prodotto
a Memphis (i famosi Zebra Ranch, studi casalinghi), imbottito di amici di lunga
data (ci sono tutti: Duwayne e Garry della dinastia Burnside, la vecchia volpe
bianca del down home blues Kenny Brown, Alvin Youngblood Hart, la nipote della
leggenda locale Otha Turner Sharde Thomas, Lightnin Malcolm e altri ancora), World
Boogie Is Coming parte dall'assunto che tutto dovesse tornare al primitivismo
blues rock degli inizi, imbeccati, dice il buon Luther Dickinson, da un suggerimento
niente meno che di Seasick Steve, altro combattente blues dei primordi, che avrebbe
spinto i ragazzi in questa direzione. Con la dicotomia fra le chitarre e il timbro
rurale di Luther stesso e le pulsioni ritmiche e la produzione più moderna del
fratello Cody, l'album è effettivamente una sintesi fra passato e presente, che
rilegge per l'ennesima volta il percorso dei padri: ci sono persino le voci campionate
di RL Burnside e Otha Turner nei brevi estratti Get the Snakes Out the Woods
e That Dog After that Rabbit a ribadire questo legame indissolubile, ma
c'è soprattutto una musica che francamente ha già solcato queste traiettorie.
Non basta l'armonica dell'illustre ospite Robert Plant nell'omaggio
strumentale JR (iniziali di Junior Kimbrough) e in Goat
Meat a mutare gli esiti: World Boogie Is Coming è un disco di furente
missisippi blues elettrico, tra boogie in piena saturazione e riff a ripetizione,
con alti e bassi che tuttavia non aggiungono molto a quello che Shake Hands with
Shorty aveva già detto con tale e tanta freschezza dodici anni prima. Sta tutto
qui il problema: l'ossessiva Boogie e Snake
Drive tentano la carta delle interferenze elettroniche, ma Burnside
e la Fat Possum ci erano già arrivati, il classico Rollin
'n Tumblin è infuocato ma non cambia prospettiva, la lunga gazzarra
da juke joint di Jumper on The Line è trascinante
ma ha le stesse caratteristiche dell'originale (sempre Burnside, che vi credevate?),
World Boogie pare persino vociare come il migliore Jon Spencer. Prendiamolo
dunque come l'ennesimo tributo, anche se Keys
to the Kingdom e persino l'irrisolto (ma interessante) Electric Blue
Watermelon erano dischi che facevano sperare in una evoluzione rock più contaminata
per i North Mississippi Allstars. Qui invece portiamo a casa solamente una bella
seconda parte, in netta ripresa, dove la sequenza con Sharde Thomas (Shimmy,
My Babe,Granny Does You Dog Bite)
conduce al sound terrigno e downhome di Goin' To Brownsville
e I'm Leaving, pronti già alla celebrazione dal vivo.
E in effetti la sensazione è che tutto tornerà al suo posto sotto
le luci del prossimo concerto.