inserito 20/06/2008

My Morning Jacket
Evil Urges
[
Rough Trade
 2008]



Uno, due, tre: i colpi sono ben assestati e danno l'esatta dimensione della svolta decisiva, come se tutto dovesse bruciare in un pochi istanti, lasciando scarso margine di manovra. I My Morning Jacket vogliono scrollarsi di dosso le ultime avvisaglie del tempo che fu, quelle definizioni strette dentro le quali erano stati rinchiusi: basta dunque ciarlare di presunto nuovo verbo sudista, di rinnovamento psichedelico, di classicità folk rock, perché il vero obiettivo di Jim James e compagni è forse sempre stato quello di maturare in una sorta di caleidoscopio di umori e sensazioni che inglobassero ogni sfumatura di antico e moderno. Sulla linea di demarcazione che già il precedente Z aveva cercato di destare con maggiore concentrazione, Evil Urges apre i giochi lacerando gli scampoli del loro songwriting: il falsetto inconfondibile di James si trasforma in un sussurro soul sofisticato nella title track, spingendosi fra ritmiche funky e pulsioni danzerecce in Touch Me I'm Going to Scream, Pt. 1 e nella più ardita Highly Suspicious, un pasticcio techno-rock che manderà su tutte le furie chi li aveva eletti, noi per primi, incontrastati paladini di un risorgimento dell'epica Seventies, sublimata nello strepitoso doppio dal vivo Okonokos.

Evil Urges inizia così, cancellando con un colpo di spugna e molto coraggio i luoghi comuni o le conquiste, a seconda dei punti di vista, della carriera. Lo fa però tentennando, affidandosi ad una produzione (Joe Chiccarelli, una vita da ingegnere del suono fra underground e mainstream) meno eqilibrata del solito, ma soprattutto sguainando canzoni raffazzonate, confuse, pretenziose. Jim James, portavoce indiscusso della band, ci parla di un disco finemente "politico" e di rottura, con la voglia di attraversare la corrente, ma all'affronto dei primi tre episodi corrisponde poi una decisa normalizzazione del suono My Morning Jacket, come se avessero lanciato il sasso e nascosto subito la mano.

Arrivano in blocco ballate anonime, un suono soft leccato che flirta con un generico pop rock che non si addice alla loro caratura: I'm Amazed, l'evanescente Thank You Too!, persino alcune scontate bizze elettriche come la plateale accoppiata di Aluminum Park e Remnants non valgono la spesa del biglietto. Ci sono scintille sparse lungo il tragitto, dalla carezzevole mistura di folk rock, West Coast e dolcezze beatlesiane in Look at You alla mansueta confezione acustica di Librarian, momenti in cui prende il sopravvento il songwriting di James e la sperimentazione è lasciata in un cantuccio a leccarsi le ferite. Non è sufficiente però a pareggiare le cadute di stile, l'inconsistenza svelata in Smokin from Shootin e ancor di più nella velleitaria ripresa di Touch Me I'm Going to Scream, Pt. 2, otto interminabili minuti di battiti da club rock e tastiere ridondanti che non approdano da nessuna parte.

Se i My Morning Jacket volevano saltare il guado non ci sono riusciti affatto: Evil Urges è forse soltanto un disco di transizione che tiene i piedi in due scarpe e aprirà probabilmente ad un futuro tutto da riscrivere.
(Fabio Cerbone)

www.mymorningjacket.com
www.myspace.com/mymorningjacket


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