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David
Vandervelde
Waiting for the Sunrise
[Secretly Canadian
2008]

Capitava spesso, ai tempi in cui le grandi catene multinazionali non spadroneggiavano
ancora soffocando i piccoli distributori, di entrare in un negozio e di
venire affascinati dalle note di un disco mai sentito prima. Questa "illuminazione
improvvisa" spesso e volentieri portava all'acquisto immediato, a scatola
chiusa, del disco in questione e dava luogo ad una doppia soddisfazione:
in primo luogo per la sua qualità musicale, in secondo luogo per l'imprevedibilità
della propria scoperta. Per fortuna, ogni tanto, questa magica esperienza
capita ancora.
Nella fattispecie, è stata un'atmosfera molto Younghiana, con una bella
coda di chitarre elettriche che ricorda di molto le cavalcate del loner
canadese, ad attirare le attenzioni di chi scrive. La canzone si chiama
Lyin' in Bed, ed il disco in questione
è Waiting for the Sunrise di David Vandervelde. Di
questo cantautore-polistrumentista ci eravamo già occupati in passato,
quantunque né l'esordio The
Moonstation House Band né, soprattutto, l'apparizione (molto
attiva, per altro) in This
Magnificent Defeat di Jay Bennett fossero particolarmente memorabili.
Con questo secondo lavoro solista, però, David, originario di Nashville,
compie un balzo in avanti decisamente notevole. E' un disco pop questo
Waiting for the Sunrise ma, signori, ce ne fossero di dischi pop così!
La produzione è affidata all'ex Wilco Jay Bennett che distilla
intelligentemente i suoni, avvolgendo le canzoni con morbide atmosfere
seventies e spargendo pizzichi di psichedelia a rendere più sapido il
tutto. Il resto lo fanno la voce e le canzoni di Vandervelde.
Le canzoni, appunto, sono il punto di forza di questo album: immediate,
fresche e semplici senza per questo essere banali. L'aria che si respira
lungo tutte le dieci tracce è rilassata e talvolta rimanda, anche nello
stesso brano, al sole della California ed alla pioggia di Liverpool (da
leggersi Beatles, ovviamente), come in Old Turns,
ricca ballata in cui riecheggiano allo stesso tempo sia John Lennon che
i Beach Boys. Altrove, come già detto, è l'ombra di Neil Young a vagare
nascosta fra le note: sia lo Young balladeer (Need
for Now) sia il cavaliere elettrico (la Lyin' in bed di cui
sopra, decisamente il brano più rock di tutto il disco). Tutte le canzoni,
comunque, a partire da California Breeze,
che sembra un singolo di altri tempi, alla breve title track posta in
chiusura, andrebbero ricordate per la loro brillantezza ed immediatezza.
A volte malinconiche, a volte serene come un tramonto autunnale, rivestite
come sono di chitarre acustiche, organo hammond e pianoforte elettrico,
le tracce di questo Waiting for the Sunrise brillano di una luce intensa
e particolare. La luce di chi crede ancora che in una canzone pop si possano
mettere in musica espressioni che toccano l'intera gamma dei sentimenti
umani.
Magari Waitin' for the Sunrise non riuscirà a risolvere quel guazzabuglio
che è la vita ma, se avrete bisogno di un momento di ristoro bè, qui lo
potrete trovare, eccome.
(Gabriele Gatto)
www.myspace.com/davidvandervelde
www.secretlycanadian.com
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