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Durand Jones & The Indications
Flowers
[Dead Oceans/ Goodfellas 2025]

Sulla rete: durandjonesandtheindications.com

File Under: vintage 70s soul


di Fabio Cerbone (02/07/2025)

Reduci da un tour europeo come gruppo di supporto a Lenny Kravitz, passati la scorsa primavera anche per l’Italia, Durand Jones and the Indications riprendono le redini di una carriera “interrotta” nel 2021 dopo la pubblicazione di Private Space, album che si orientava con decisione verso contaminazioni funk e disco. Nel frattempo il leader Durand Jones ha trovato lo spazio necessario per il suo esordio solista, Wait Til I Get Over (2023), lì dove trovavano posto canzoni molto personali e anche dal grido sociale, mentre il batterista Aaron Frazer ha proseguito la sua parallela produzione con Into the Blue (2024) e il chitarrista Blake Rhein si è dedicato al progetto Patchwork Inc.

Il trio originale degli Indications, così come si formarono nel 2012 presso l’Università dell’Indiana, ha ritrovato così la strada di casa passando da Chicago, negli studi gestiti dal citato Rhein, e provando con Flowers a rimettere insieme i pezzi di un percorso che si era un po’ allontanato dalle intenzioni new soul degli inizi, quando la band aveva suscitato l’interesse della specializzata Colemine, firmando in seguito un contratto con la Dead Oceans, pronta riproporre anche il loro omonimo debutto del 2016.

Flowers
non rappresenta esattamente un ritorno alle origini, piuttosto una mediazione fra passato e presente alla luce di una maturità musicale raggiunta da ciascun membro, superata la trentina. Come gli Indications stessi si affrettano a definire, i “fiori” sono il simbolo di una nuova primavera della loro vita, che tradotto in termini concreti significa una raccolta di brani più cesellati, eleganti, dove una forma adulta di "smooth soul" prende il sopravvento fin dalla breve introduzione strumentale della title track e il morbido falsetto (che sarà una caratteristica vocale ricorrente) della successiva Paradise. Dolcezze da cosiddetto "Philly Soul" da seconda metà dei Settanta, falsetto di rigore, carezze percussive in adorazione di Marvin Gaye e Curtis Mayfield, il solco è tracciato con la gioiosa melodia di Lovers’ Holiday, i fiati vellutati di I Need the Answer, una Flower Moon che ondeggia leggiadra in pista e le moine irresistibili di una Really Wanne be With You che è davvero una sorta di Marvin Gaye apocrifo di fine 70s.

Lo spirito dunque è ancora “revivalista”, ma con più malizia e qualità innegabili negli arrangiamenti, anche se il campo in cui hanno deciso di giocare Durand Jones and the Indications è molto agguerrito e il rischio di restare sempre un passo indietro ad altri colleghi è evidente: Rust and Steel la potremmo apprezzare anche nel canzoniere di Michael Kiwanuka, ma saremmo certi che riuscirebbe a farle compiere un salto di categoria, mentre If Not for Love avrà senz’altro colpito Lenny Kravitz, tanto appunto da chiamarli come band spalla in tour, e così il finale di Without You è un ponte ideale fra Isaac Hayes e i Black Pumas, senza tuttavia mai cancellare l’impressione di un buon esercizio di stile.



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