La
Rounder seguita con l'emissione di lavori riguardanti il grande ricercatore
ed etnomusicologo Alan Lomax. Lomax ebbe la genialità di intuire
l'importanza del catalogare e del raccogliere sistematicamente le varie
forme di cultura popolare americana (e non solo), dal blues al country
a quell'universo identificato come folk, fino a ogni sorta di quella che
oggi chiamiamo "old time music". Di qui i suoi ben noti "viaggi sul campo",
che Alan insieme al padre intraprese a partire dal 1933, proseguendo fino
agli anni quaranta. Rounder, qualche mese fa, ha pubblicato lo splendido
The Land Where The Blues Began, dal titolo di un libro redatto da Lomax
e pubblicato dieci anni fa; inoltre ha dato vita alla recente serie "Southern
Journey", rendendo un pizzico d'idea di quanto sterminato e variegato
fosse il campo d'azione entro cui si è mosso il ricercatore. Il valore
di quanto da lui documentato va forse al di là dei confini strettamente
musicali, chiamando in causa motivazioni storiche e sociologiche, vicende
di rapporti sociali e razziali. Il blues rappresenta innegabilmente uno
degli obiettivi privilegiati del suo lavoro. In tal senso questo Songbook,
due compact per quarantuno brani, rappresenta un ché d'esemplare, un buono
sguardo d'insieme verso l'attitudine di Lomax per la comprensione delle
dodici battute. Un'opera di grande importanza e intensità emotiva, corredata
da un eccellente volumetto. La vicenda copre un arco di tempo piuttosto
esteso, dal 1934 (Blind Lemon Blues di Leadbelly registrato
al penitenziario di Angola) alla fine degli anni settanta e passa per
artisti come Blind Willie McTell,
Sam Chatmon, Albert Ammons, Mississippi
Fred McDowell, Jack Owens (un inedito del 1978, Cherry
Ball Blues, insieme all'armonicista Bud Spires), Son House,
(la bellissima The Pony Blues, 1942) Sonny Terry, John
Lee "Sonny Boy" Williamson, David "Honeyboy" Edwards, prima
della "riscoperta", Memphis Slim, Memphis Jug Band, Pete
Johnson, arrivando fino a R.L. Burnside, in un inedito del
1978, Boogie Instrumental. Nomi noti, da Big Bill Broonzy a Muddy
Waters (I Be's Troubled, parte delle famose incisioni alla
Stovall Plantation) e meno noti, come Lucius Curtis, lo straordinario
Cecil Augusta, il suonatore di banjo Dock Boggs, Elinor
Boyer e tanti altri. Gente che ha davvero fatto la storia. Un documento
impedibile.
(Roberto Giuli)
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