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Carter Sampson
Gold
[Horton Records 2023]

Sulla rete: kassivalazza.com

File Under: Oklahoma finest americana


di Marco Restelli (12/06/2023)

The Queen of Oklahoma is back. Potrebbe sembrare uno slogan esagerato per richiamare l’attenzione su Gold, il nuovo album di Carter Sampson, ma posso affermare con cognizione di causa che il simpatico titolo che da anni accompagna la sua carriera (riprendendo il titolo di un suo vecchio brano) le calza a pennello. Nel 2016 ebbi il privilegio di intervistarla per Roots Highway e ricordo bene l’entusiasmo del pubblico olandese (e del sottoscritto) al suo concerto nella splendida venue del Paradiso di Amsterdam. La donzella da tempo vive la sua vita on the road, in giro per l’America con un mega camper che è ormai diventata la sua casa, guadagnandosi da vivere con questo splendido mestiere di cantastorie itinerante.

Il suo personale songwriting è essenzialmente autobiografico e il suo stile Americana è fortemente legato alla tradizione country-folk, pur mantenendosi moderno. Condite con melodie a presa rapida e una voce cristallina, le sue canzoni si ascoltano e si riascoltano sempre con piacere, anche a distanza di tempo. Questo nuovo lavoro, prodotto insieme al suo collaboratore di lunga data Kyle Reid (che oltretutto suona la maggior parte degli strumenti) non fa eccezione rispetto a Wilder Side (2016) e Lucky (2018) che l’avevano preceduto, confermando tutto il talento di Carter.

Entrando nel merito dei nuovi brani che compongono la track list di Gold, l’apertura è giustamente lasciata proprio alla title track, in cui la Sampson si abbandona a una sorta di confessione a ruota libera nei riguardi della mamma, alla quale racconta quanto sia stato duro emergere nella vita che ha scelto di vivere, tirando dritto per la sua strada senza ripianti, ma certamente non senza momenti di sconforto. Home è un brano d’atmosfera, con una slide guitar sullo sfondo a dilatarne il soundscape, e nel cui testo sembra tornare il gusto dolce amaro della vita d’artista (“I gave up a lot to live like this. Don’t wanna know how much I’ve missed for 90 minutes a hot spot light).

Il tema dell’amore caratterizza invece la ballata Drunk Test, nella quale emerge una frase che rende simpaticamente l’idea della totale fiducia nel suo partner (“Here we are, I even let you play my guitar, I’ve never loved anybody so hard”). Black Blizzard è verosimilmente il pezzo più energico ed elettrico del disco, ma anche quello in cui la produzione ha osato di più con l’inserimento di alcuni suoni elettronici ben dosati (un’assoluta novità) che a mio avviso lo hanno reso ancora più interessante. Can’t Stop Me Now ha tutte le armi radiofoniche per andare on heavy rotation nelle stazioni americane di musica Country, mentre la conclusiva There’s Always Next Year (chitarra, piano e voce) piacerà a tutti coloro che amano la musica acustica unplugged e le canzoni scritte per lasciare il segno.

Nel complesso Gold è un bellissimo album e non mi rimane che sperare che Carter Sampson rimanga sempre se stessa e abbia sempre questa voglia di raccontarci le sue storie, così piene di passione. L’ascolterò sempre con attenzione e mal celato affetto.


    


<Credits>