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The Rolling Stones
GRRR Live!
[Universal 2023]

Sulla rete: rollingstones.com

File Under: Stones A(live)


di Roberto Giuli (28/02/2023)

How Can I Stop è il titolo di un brano contenuto in Bridges to Babylon, anno 1997; un bel po’ di tempo fa, ma quel ponte era già lungo trentacinque anni. Pur non essendo in questa specifica scaletta e appartenendo a una delle tante preistorie dei Rolling Stones, il pezzo induce, oggi come allora, a interrogarsi piuttosto che sul “quando”, sul “come” faranno Mick e soci a fermarsi, soprattutto sul “come faremo noi”, dal 1962 in qua, a fare a meno della lingua più celebre di tutte. Ormai è una specie di gioco, chiedersi se andranno avanti fino alla fine dell’anno, del decennio o fino a numero palindromo, 6226; roba da bingo.

In attesa del prossimo inevitabile tour, mentre si inaugura il settimo decennio, ecco l’ennesimo “live”, termine questo preceduto dallo stesso “Grrr” che designava un’antologia del 2012. E qui i discorsi si azzerano, la musica getta un velo su tutto, storia, cronaca, chiacchiere e nostalgia, come per ogni disco o concerto del loro percorso, live compresi, al netto di alti e bassi; e sono tantissimi, dai tempi dei tour collettivi e di Got Live If You Want It, agli stadi gremiti dei vari No Security e Live Licks. Non volendo scomodare Winston Churchill, gli Stones sono in tour, oltre che da sempre, ininterrottamente dal 2012, quando alle prese con il “50 & Counting Tour”, praticamente senza soluzione di continuità con i successivi “14 On Fire” e “Zip Code”; ne sarebbero seguiti altri, con filtro o senza. Chi segue (assiduamente) il gruppo sa bene che si tratta di un copione rodato, consolidato e organizzato a puntino; sempre quello, ma un copione di qualità immensa.

In questa sede, invece che attingere da più performance, si opta per l’evento unico, nella fattispecie il concerto tenuto il 15 dicembre 2012 al Prudential Center di Newark, New Jersey. Molto giusto, primo perché ancora con la formazione classica, comprendente il compianto Charlie Watts (scomparso, ricordiamo, nel 2021); secondo, perché si tratta di un eccellente concerto, uno di quelli che mette d’accordo passato e futuro, con tutti gli ingredienti, gli ospiti e i dettagli al posto giusto. Mentre prendiamo atto dei formati disponibili (3 Lp, 2Cd, DVD e Cd, Blu-ray etc.), i contenuti ci riportano alla band che “sfornava i singoli più formidabili”. Quei singoli sono ancora sugli scaffali, appartengono all’oggi. “Hey, are you feeling good?”: l’ingresso è potente, sono in scena una dietro l’altra Get Off Of My Cloud e The Last Time, roba del ’65, quando i ragazzi erano maestri nel superarsi di volta in volta. Come It’s Only Rock’n’Roll e Paint It Black che seguono a ruota, chitarre fendenti, ritmica incalzante e un Jagger in splendida forma, ci mancherebbe.

D’altra parte, chi segue (costantemente o meno) gli Stones questo si aspetta, barriere del tempo infrante e il distillato del rock più puro, quello che passa per Tumbling Dice (ospite Bruce Springsteen), Start Me Up, classici dell’era “di mezzo”; o per una cocente Gimme Shelter, presente Lady Gaga (si rimpiange un po’ Lisa Fisher), per il blues rovente di Going Down (dalla penna di Freddie King) e dell’impareggiabile Midnight Rambler, con la collaborazione, rispettivamente, di John Mayer e Mick Taylor. O ancora, quello che passa per classici inevitabili, Honky Tonk Women, You Can’t Always Get What You Want, Wild Horses, Sympathy For The Devil, l’ammiccante Miss You, per l’hit (al tempo) attuale Doom And Gloom, per l’intermezzo di Keith Richards con Before They Make Me Run e Happy, per l’inedita, eccellente Who Do You Love? di Bo Diddley insieme ai Black Keys (“questa non l’abbiamo mai fatta”), per il roboante, magnifico finale a base di Jumpin’ Jack Flash, Brown Sugar, Satisfaction.

E infine per i musicisti, Keith, Ronnie, Charlie, Darryl e tutti gli altri, per Mick Jagger, re indiscusso delle scene che ringrazia e presenta ancora la band al pubblico. Che dire: “ladies and gentlemen, The Rolling Stones”, in uno dei live (forse) più belli.



    

 


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