L'intervista
(a cura di Alberto Facchinetti)

Cosa bolle in pentola, Mr. Murphy? Ho un album in
uscita che è prodotto da mio figlio Gaspard. Penso lo chiamerò… Elliott Murphy.
L'anno scorso ho fatto un film e mi piacerebbe farne ancora (Spielberg che stia
leggendo questa intervista?). Intanto sto scrivendo un nuovo romanzo, gli ultimi
due che ho scritto ("Cafe notes" e "Poetic Justice") sono stati tradotti anche
in italiano. Poi credo continuerò ad andare in tour finché posso e a scrivere
canzoni fino a quando la chitarra mi darà la stessa magia di quando avevo 12 anni.
Torniamo indietro di qualche decennio.
Nel 1973 hai registrato il tuo primo album "Aquashow" al Record Plant di New York.
Le New York Dolls erano negli stessi studi per il loro secondo disco. Che ricordi
hai di quella band? Al Record Plant io ero al
decimo e le Dolls al piano terra: volli andare a incontrare la band e fu come
essere ad un party! Avevo già visto suonare le Dolls qualche volta in NYC, prima
che iniziassi a registrare al Record Plant. Fu memorabile il concerto con i Modern
Lovers come gruppo d'apertura. Penso fosse il giorno di capodanno del 1973 al
Mercer Art Center. Io avrei fatto il mio primo show lì solo una settimana dopo.
Poco dopo che "Aquashow" uscì, io iniziai ad avere come manager Leber&Krebs che
lavoravano anche con le Dolls (e con gli Aerosmith). Qualche volta ho aperto i
loro concerti in NYC e a Boston. Diventai anche amico di David Johansen e molti
anni dopo abbiamo condiviso i French Ticklers, una band che ha fatto anche un
live. Tra l'altro io sono stato scoperto da Paul Nelson, che aveva messo sotto
contratto le Dolls per la Mercury. Insomma, avevamo molto in comune. Allora pensavo
che avessero uno stile incredibile e molto coraggio. Tanti anni dopo vidi Johnny
Thunders in Francia, quando suonammo insieme in alcuni festival.
La
New York di oggi è molto diversa da quella degli anni Settanta e Ottanta? Il
mio mondo è diverso, questo è sicuro. E suppongo che anche New York lo sia. Io
penso che la questione sia dove la nuova generazione trovi il proprio spazio per
creare. Negli anni '20 era Parigi. Poi nei '60 fu San Francisco. Probabilmente
ora è Brooklin. La differenza è che la vita ora è molto più costosa e che la gente
vuole sicurezza. Nei '70 New York era aperta a me e alla mia musica e io là ho
avuto un successo molto rapido. Non ci misi molto a firmare un contratto e ad
iniziare ad andare in tour. Oggi è molto più complicato per certe cose, per altre
no. Una città ha una personalità? Gli edifici e i parchi sopravvivono alle persone.
Willy De Ville e Jim Carroll se ne
sono andati l'anno scorso. Sono stati dimenticati troppo in fretta? Il
livello di rumore nei media è oggi così alto che tutto è dimenticato troppo in
fretta. Io non scorderò Willy perché noi dividevamo lo stesso tastierista, il
grande Kenny Margolis, e una volta gli feci una lunga intervista per il Mucchio
Selvaggio. Jim Carroll era un poeta vero, qualcosa di raro nel mondo del rock
'n roll. Dio solo sa, se entrambi saranno ammessi nella "Rock 'n roll Hall of
fame. Federico Fellini, morto nel
1993 per un attacco di cuore, soffriva negli ultimi tempi di non poter più lavorare.
È difficile vivere senza la tua passione (il cinema per Fellini, la musica per
te)? Questo non lo sapevo. Fellini mi scrisse una lettera
molto carina prima che morisse. Io gli avevo scritto per ringraziarlo di avermi
inserito nel suo film Roma e per dirgli che quella fu un'esperienza che mi cambiò
la vita. Anche con la passione per la musica è difficile combattere la depressione.
La creatività è ciò che succede tra l'ansia e l'esaltazione. Io sono fortunato,
ho scoperto la chitarra all'età di 12 anni ed è incredibile che questo incredibile
viaggio continui ancora. Io ritrovo la mia passione nelle facce del pubblico davanti
al palco. Un audience che ti acclama è una cura magica per la depressione di ogni
artista. Sei anche un giornalista
e uno scrittore. Cosa ti piace della scrittura? Mi
piace il suono delle mie dita che battono molto velocemente parole sul mio computer.
Scrivere è una delle mie migliori capacità ed è un po' come suonare la chitarra.
Per me il rapporto tra la letteratura e il rock and roll è sempre stato chiaro
ed evidente. Scrivere mi rende calmo e introspettivo e mi aiuta a focalizzare
i miei pensieri, mentre il rock and roll mi fa venire voglia di esplodere!
Sei un buon amico di Bruce Springsteen. Ti piacciono
le sue Seeger Session? Mi piace quasi ogni cosa faccia Bruce.
È un artista così poliedrico e fa musica straordinaria in diversi modi. Rock,
Folk, R&B. Qualsiasi cosa voglia fare. Ho visto alcuni degli show della Seeger
Session e il pubblico era incantato come ad un incontro religioso. Bruce è stato
una forza positiva nella musica e nel nostro mondo. Ed è un vero amico.
Chi è l'ultimo dei NYC rockers? Io. |