:: Jesse Sykes
Country Noir


Al crocevia tra un folk rarefatto ed elegante e le atmosfere scure e tormentate dell'ultima generazione alt-country si posizionano le ballate desertiche di Jesse Sykes e dei suoi fedeli Sweet Hereafter, una nuova e convicente voce femminile che ha trovato la sua spalla ideale nella chitarra riverberata e fascinosa di Phil Wandscher, reduce dalla tribolata vicenda artistica nei Whiskeytown. Insieme formano una coppia artistica di grande seduzione, capace in poco tempo di definire i contorni della propria musica, approdando all'interessante Oh, My Girl, una conferma dopo i positivi riscontri ottenuti con il precedente Reckless Burning. Ancora una volta ringraziamo la francese Fargo (attualmente la più intelligente etichetta europea nel campo del rock delle radici) per l'ottimo intuito dimostrato.
(di Fabio Cerbone)

Recensione di Oh My Girl


L'intervista

Il nuovo lavoro sembra portare avanti tutte le idee già presenti nell'esordio, ma con maggiore confidenza. Quando ha iniziato a prendere forma Oh My Girl?

Penso che la maggiore confidenza derivi dalla consapevolezza di aver portato a termine qualcosa che stavo cercando di raggiungere da molto tempo nella mia vita. Reckless Burning è stato in ogni caso uno dei momenti di magiore orgoglio per me. Ho scritto la canzone Oh My Girl il giorno dopo la scomparsa di un nostro carissimo amico, non molto tempo dopo la pubblicazione del disco precedente, è stato come se il cielo si aprisse e me la donasse. Quella canzone ha sostanzialmente tracciato le tonalità per il resto del disco

Quale pensi sia la maggiore conquista ottenuta con il nuovo disco, sia nel suono che nel songwriting?

Oh My Girl è stato un disco difficile da condurre fino in fondo. Mi rendo conto che il suono è più maturo e spero che il songwriting tenga fede al valore che abbiamo toccato con il primo lavoro, ma al momento sono troppo vicina alla sua conclusione per dare un giudizio su cosa realmente abbiamo raggiunto o migliorato

L'intera produzione possiede però un suono molto brillante: ho tra le mani una advance copy del disco, per cui mi chiedevo se le persone coinvolte fossero le stesse presenti in Reckless Burning

Abbiamo registrato nuovamente con l'aiuto di Tucker Martine nel suo studio personale. La band degli Sweet Hereafter è costituita dagli stessi musicisti del passato, cioè Anne Marie Ruljancich, Bill Herzog, Kevin Warner e Phil Wandscher. Questa volta però ci siamo concessi il lusso di portare in studio qualche altro collaboratore. Credo che ci sia una relazione molto intensa in questo disco tra il violino, la pedal steel e le chitarre, seguendo una linea molto semplice e senza creare confusione. Le canzoni sembrano effettivamente avere un respiro, quasi fosse una parte vitale del nostro suono

E' interessante il fatto che tu attribuisca i dischi a Jesse Sykes and Sweet Hereafter: quanto di queste canzoni arriva dal tuo lavoro e quanto dalla band?

Passo molto tempo a casa cercando di lavorare sulle canzoni, con un piccolo registratore. Traccio le mie idee e poi cerco di sviluppare quelle che rimangono più impresse nella mia testa. Dato che io e Phil viviamo insieme, risulta naturale che condivida queste idee con lui. Solitamente capiamo subito quello che funziona e quello che invece non va, spieghiamo i dettagli e presentiamo il tutto al resto della band. In studio il processo si svolge con semplicità. Dopo aver concluso le tracce base ed esserci concentrati sui ritmi essenziali, lascio libertà a Phil con le sue parti di chitarra. così la canzone comincia a prendere forma e possiamo aggiungerci violino, piano e pedal steel. Predicare la semplicità è la cosa migliore per lavorare con le diverse persone coinvolte, può essere faticoso a volte, perché la tendenza è di suonarsi addosso. Fai schioccare un po' la frusta e le cose tendono a tornare al loro posto….è comunque un lavoro di amore, dedizione continua, pazienza e condivisione degli stessi sogni

Avete avuto difficoltà agli inizi per trovare un contratto discografico?

Inizialmente non ci avevamo nemmeno pensato, lo facevamo per noi stessi. Per fortuna alcuni nostri amici hanno fondato una loro etichetta (la Burn,Burn,Burn) e hanno deciso di far uscire Reckless Burning (per il mercato americano, ndr). A volte le cose milgiori accadono quando non sei tu a chiedere molto. Anche il nostro incontro con Michel della Fargo è arrivato così, per un colpo di fortuna ed è stato amore a prima vista

Riguardo alla tua scrittura, come descriveresti le nuove canzoni? Il disco sembra avere una atmosfera molto omogenea…

Ho la sensazione che a volte i dischi siano delle capsule del tempo. Ad un certo punto sono in grado di guardarmi indietro e di sapere esattamente dove sono stata. Ma queste connessioni le posso fare solo con il senno di poi. Direi che il tema della perdita, della morte è il più prevalente nel disco, ma non in una prospettiva lugubre, c'è infatti molta speranza racchiusa all'interno delle canzoni

Le chitarre molto riverberate, certi arrangiamenti, come in The Dreaming Dead, tutto sembra suggerire una grande influenza del paesaggio americano, una sorta di "desert sound"...

Mi piace pensare alla nostra musica come se fosse la colonna sonora di un film di Sam Peckinpah. La strumentazione è strettamente connessa al messaggio contenuto nella nostra musica. Sono convinta che oggi si sia perso molto dell'essenza della musica all'interno delle canzoni. Le melodie e le parti scritte, i ritornelli, gli arrangiamenti, ci sono molte voci da esplorare. Tutto questo lo colgo spesso dal paesaggio che mi circonda, dall'essere avvolta dalla natura

Effettivamente la vostra musica sembra spesso che racconti per immagini, a me ha ricordato però il suono di Morricone e degli spaghetti western…

Gli Spaghetti westerns? Clint Eastwood? Penso proprio di si, mi piacciono. Sarebbe molto bello avere l'opportunità di lavorare su una colonna sonora o per lo meno avere una canzone ospitata all'interno di un film… Sophia Coppola, stai leggendo tutto questo?

Il lavoro di Phil alle chitarre è davvero l'elemento aggiunto. Cosa apprezzi di più del suo lato di musicista?

Il gusto e la riservatezza, anche se può essere difficile rapportarsi a lui. Non credo comunque di poter ottenere certi risultati senza il suo apppoggio

Uno dei brani più interessanti mi è parso House Down By the Lake, specialmente per il feeling soul alla fine della canzone, con la sezione fiati. Chi ha avuto l'idea di questo arrangiamento?

Phil se ne è uscito con una melodia che ci sembrava adatta da sposare con i fiati. Il nostro amico Steve Moore è arrivato in studio con un collaboratore e hanno fatto il resto. Suona come una sorta di dixieland funeral band, una celebrazione della vita e della morte allo stesso tempo

Anche se apparantemente lontana dal tuo stile, apprezzi la tradizione nera della soul music? Te lo chiedo perché a volte la tua voce ha una cadenza molto malinconica, molto blues...

In alcuni momenti si, ho la sensazione che la nostra musica richiami la soul music o almeno quell'emozione, quel desiderio d'amore. C'è questa sorta di disperazione nel suono dei vecchi blues e del soul che mi cattura. Quando Phil mette su un disco di Lightnin' Hopkins sento un uomo disposto a morire per la sua musica. Trovo questa qualità in tutta la musica che mi ispira

La tua musica è spesso nostalgica, è stata descritta come "country noir": ti ritrovi in questa espressione?

Si, penso che sia una buona definizione. Adoro il vecchio country, il bluegrass, Bill Monroe e Merle Haggard. La musica che mi coinvolge di più ha sempre uno fondo di oscurità, ma non in senso letterale. Voglio dire che non sono attratta perché ha delle vibrazioni sinistre, pesanti. È solo che una bella melodia è intrisecamente anche triste, non ha importanza che tipo di canzone sia. Alla fine sono alla ricerca di una canzone che mi spezzi il cuore

Per questo ti hanno anche paragonato a Neko Case e Cat Power. Sei infastidita da questi paragoni?

Non me ne preoccupo più di tanto

In generale quali sono gli artisti che sono stati fondamentali per la tua maturazione artistica?

Molti, ti potrei citare Townes Van Zandt, Leonard Cohen, Lee Hazelwood, Merle Haggard e più recentemente Nicolai Dunger, tutti sono stati di grande ispirazione per me

 


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