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2008: I 50 dischi di RootsHighway
posizioni 20-11

20

Marah

Angels of Destruction
(Yep Roc)

"...nella loro scelleratezza i fratelli David e Serge Bielanko hanno saputo rinascere dalle loro ceneri [...] I Marah sono eccessivi come quel punto esclamativo del titolo, apparentemente inutile, quasi a dire che la distruzione è una vera è propria perdizione morale. E rappresentano poi una continua contraddizione"


19

The Whipsaws

60 Watt Avenue
(Shut Eye)

"...60 Watt Avenue è una virata imbizzarrita ed elettrica, con qualche inevitabile complicazione di romaticismo roots, che cavalca il genere prendendone a prestito il lascito migliore: la schiettezza di intenti, il coinvolgimento sincero, il sacro fuoco di un paio di chitarre al vetriolo ed una sezione ritmica carburata al punto giusto"

18

Ryan Adams & The Cardinals

Cardinology
(Lost Highway/ Universal)

"...e nonostante tutti i dubbi potenzialmente esprimibili riguardo a una simile fertilità creativa, ancora una volta fa pensare che Ryan Adams sia l'esegeta più consapevole e raffinato di se stesso, giacché ha avuto l'arguzia e l'ironia di intitolare questo nuovo album alla stregua di un trattatello sulle dinamiche del gruppo straordinario che lo accompagna"

17

Scrapomatic

Sidewalk Caesars
(Landslide)

"...i due del Minnesota conservano intatta ancora adesso la genuinità di un progetto parallelo, la loro "best thing" condita di blues, soul e genuino jammin' sudista che rimane lì, tra la più attuale Derek Trucks Band e gli immortali Allman Brothers a conferirne il sigillo [...] un'autostrada asfaltata di elettrico r&b e voce al catrame"

16

Jamey Johnson

That Lonesome Song
(Mercury)

"....un cammino fra le stade perdute e solitarie di un moderno outlaw, discepolo di quella strana specie che, a partire dagli anni '70, continua ostinatamente a pensare che Nashville possa essere messa a soqquadro con un dose di autenticità e schiettezza"

15

Rachel Yamagata

Elephants...Teeth Sinking Into Heart
(Warner)

"....Ci sono dei dischi che hanno un loro fascino tutto particolare. Sono quei dischi talmente esagerati, verbosi, eccessivi e ripiegati su se stessi da risultare però così ammalianti da non poterne fare a meno. [...] Ebbene, questo disco (doppio, va sottolineato) della cantautrice Rachel Yamagata appartiene di diritto a questa categoria."

14

Joshua James

The Sun Is Always Brighter
(Intelligent Noise)

"...il giovane cantautore ha solo ventiquattro anni e una penna adulta e sensibile, una voce sussurrata, profonda e intensa che sintonizza il cuore sui canali dell'emozione, quella immediata e senza fronzoli. [...] mescola le sue emozioni con un sound acustico e minimale, riducendo all'osso la strumentazione, abbandonando le linee melodiche alla luce del sole"

13

Lucinda Williams

Little Honey
(Lost Highway/ Universal)

"...Lucinda Williams è tornata, e anche in fretta stavolta, con l'urgenza di dire poche e semplici cose: che sta bene, che ha smesso di rimuginare sulle proprie sofferenze e, soprattutto, che ha voglia di suonare tanto rock. Un messaggio chiaro da quei primi versi di Real Love, dove la soluzione di tutto era sempre stata lì, dietro una chitarra"

12

James Jackson Toth

Waiting in Vain
(Rykodisc)

"...Waiting in Vain è il "tradimento" definitivo, il salto verso un rock d'autore che sappia includere forma e sperimentazione, passato e presente, radici che scavano tanto nel lascito artistico dei sixties quanto nelle più contemporanee riletture di quell'eredità"

11

The Gaslight Anthem

The '59 Sound
(One Side Dummy)

"...The '59 Sound è prima di tutto una raccolta di suggestioni, di versi che citano apertamente, che "rubano" un'atmosfera, una visione, quella della strada, del crescere nella periferia, fra tonnellate di "rumore bianco", come lo avrebbe definito Don Delillo, in un deserto industriale che diventa un scusa per partire e salvarsi la vita con le chitarre"



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