:: Two Cow Garage, intervista
Burn in hell

Ci siamo invaghiti di questo nerboruto trio roots rock dell'Ohio fin dai loro esordi, nel 2002, con Please Turn the Gas Back On, un disco talmente grezzo e accodiscendente con la filosofia "No depression" degli Uncle Tupelo, che ancora oggi rimane un piccolo culto fra gli estimatori del genere, tanto da essere ristampato in queste settimane. Di strada ne hanno fatta i Two Cow Garage, affinando chitarre e ballate, pur mantenendo quella scorza dura e quello stile sull'orlo del precipizio, un rock'n'roll livido e fracassone, ma capace di grandi romaticherie. The Wall Against Our back e il più recente III, entrambi licenziati in europa per l'olandese Sonic Rendez Vous, hanno confermato tutte le nostre ottime impressioni: a garanzia di tutto la produzione di Brent Best (Slobberbone), uno che di rock e radici se ne intende. Non chiedete però a Dustin Harigle, Shane Sweeney e Micah Scnabel di abbracciare le belle maniere: per loro la materia va trattata con pasione bruciante, un canto sguaiato e le valvole degli amplificatori sempre pronte a fondersi. La loro personale visione del vivere "on the road" con una piccola rock'n'roll band da mandare avanti l'abbiamo indagata in questo breve scambio di battute con Shane Sweeney
(a cura di Fabio Cerbone)


L'intervista

Come è nata la vostra collaborazione ed amicizia con Brent Best (Slobberbone e Drams)? Raccontami un po' del lavoro fatto con lui in sede di produzione: sembra che abbiate sempre un approccio molto istintivo e diretto, da live band anche in studio…

Abbiamo in verità suonato molte volte insieme a Brent quando ancora gli Slobberbone erano insieme e in questo modo siamo diventati amici. Lavorare con lui è molto semplice, soprattutto perché conosce perfettamente dove ci troviamo come gruppo e cosa siamo diventati nel songwriting e può sfruttare questa situazione.

Pensate che il nuovo disco rifletta una maggiore maturità del vostro sound? Mi sembra ci sia stata una progressione rispetto ai vostri esordi….pensate di essere riusciti a catturare l'energia dei vostri live show?

Con il nuovo disco Three eravamo meno concentrati sul fatto di dover dimostrare al pubblico come suonavamo dal vivo e più propensi a presentare le canzoni così come si mostravano in quel preciso momento. Per esempio in Mediocre ci sono dei fiati, ma noi non suoniamo in giro con una sezione fiati al seguito, ma in quell'istante servivano come mezzo per la canzone, così credo, per quanto ci riguarda, che si possa sentire una definitiva maturazione.

Avete la fama di essere una grande live band, fate molte date durante l'anno…cosa vi attira e cosa odiate della vita on the road?

Non è decisamente uno stile di vita così affascinante. A volte non c'è neppure il denaro per mangiare o pagare l'affitto. Non sto cercando di esagerare la situazione di renderla più romantica, perché so che "la band che conbatte sulla strada" è una sorta di clichè, ma è la verità. È bello e drammatico al tempo stesso. Ma alla fine siamo riusciti ad incontrare splendide persone e visitare grandi posti e siamo anche riusciti a suonare la nostra musica nel mondo fin dove poteva arrivare, non è poi così male.

Molti dei vostri testi sembrano legarsi a questa vita on the road, ad un certo immaginario della vita di una rock'n'roll band: vi sentite parte di una lunga tradizione in questo senso? Una sorta di grande fiume del rock americano che si è fatto le ossa sulla strada?

Assolutamente si, la gente e specialmente la critica rock sono sempre alla ricerca di qualcuno che sconvolga tutto quanto, ma la bellezza del rock and roll sta anche nel fatto che è nato per relazionarsi con ciasuno di noi. Così è come si trattasse di un'unica grande ruota, o un fiume appunto, tu puoi aggiungere solamente il tuo personale contributo a quello che è venuto prima di te. E la parte migliore è che, non ci si può sbagliare, semplicemente non riuscirai.

Si parlava di Brent Best e di conseguenza mi viene da pensare agli Slobberbone, a cui spesso siete stati accostati come suono e attitudine: quali band hanno realmente influenzato il suono dei Two Cow Garage?

Quando abbiamo cominciato siamo stati paragonati ad un sacco di band che in realtà non conoscevamo neppure, ci siamo abituati ed è dura a morire. Specialmente perché, nel corso del tempo, i gusti cambiano, sai la vita non rimane la stessa. So che Micah è stato ed è ancora molto vicino ad un sacco di band della scena di Columbus, come Big Back Forty, Greenhorn, Train Meets Truck, Tree of Snakes. Ho sempre amato i Buffalo Tom e i Dinosaur Junior, Springsteen e Mellencamp e ho un debole per le ballate del tipo "la mia vita è un casino"

Vi sentite stretti nell'ambito alternative country o roots in cui spesso siete stati confinati? O in qualche modo sentite un legame con le tematiche della scena, così come era nata negli anni novanta con gli Uncle Tupelo? Sapete, il fatto di vivere e crescere nella provincia americana, nelle small town…

Attribuisco questo fatto soprattutto al luogo da cui proveniamo, il nostro essere intrinsecamente gente del Midwest, quello che succede a molte altre band. Non scrivo canzoni con l'idea di essere inserito in un preciso genere, così mi da parecchio fastidio categorizzare un gruppo. Alcune band sono sicuro che lo apprezzano e cercano tutto questo, noi non lo abbiamo mai fatto. Quando dai un'etichetta a tutte queste cose le stai imbrigliando dentro stereotipi preconfezionati, specialmente con l'alternative country. Molta gente sente la parola country e si spaventa, attribuiscono tutto questo a persone come Toby Keith e chi vorrebbe mai essere paragonato a roba del genere!

In effetti avete un suono molto classic rock in alcuni frangenti e certamente una grande predilezione per le chitarre: che tipo di pubblico apprezza la vostra musica negli States? Voglio dire: persone molto legate ad un preciso genere musicale o riuscite ad attirare le attenzioni anche di un pubblico magari più mainstream, più affezionato al rock classico?

Non ci ho mai pensato in questi termini, non è assolutamente mainstream, almeno qui negli States la parola Mainstream è quasi una bestemmia. Esiste una vasta scena underground e sta crescendo, con l'aiuto di internet e di spazi come myspace, almeno fin quando resisterà. Anche i blogs e cose del genere sono l'equivalente delle fanzine negli anni 80, solo più accessibili, così la cosa sta crescendo ed evolvendo costantemente. Penso che noi rientriamo comodamente in questo mondo underground.

Negli ultimi due dischi mi pare abbiate dato più spazio al piano e all'organo, nell'ultimo c'è anche una piccola sezione fiati: avete mai pensato di allargare il vostro suono chitarristico anche dal vivo con nuove collaborazioni?

Tutte le nostre canzoni sono scritte o alla chitarra acistica o al piano e usiamo questa strumentazione come punto di partenza, è come mettere insieme i pezzi di un puzzle. Non c'è nulla che non vorremmo provare a fare se dovesse servire alla resa della canzone. Voglio dire che non ci metteremmo ad inserire un fagotto in una canzone soltanto perché ne troviamo uno in studio, ma se dovesse servire a sviluppare la canzone, immagino che lo potremmo anche fare.

I Two Cow Garage hanno anche un'anima acustica che raramente sbuca fuori nei dischi, o per lo meno solo a tratti…vi piacerebbe in futuro impostare un disco su sonorità più folk e roots?

Non mi metterei a pianificare una cosa del genere ma, come ti dicevo, se è questo quello di cui la canzone ha bisogno non lo escluderei a priori. Come accennavo prima le canzoni nascono sempre in forma acustica: credo che proprio il fatto che vengano composte così fa diminuire per noi l'interesse a mantenerle in tale forma acustica, specialmente per il valore di un intero disco.

Avete trovato spazio in Europa grazie alla Sonic Rendezvous. Com'è invece la situazione negli States, avete un'etichetta?

Abbiamo sostanzialmente incontrato i ragazzi della Sonic, che sono tra l'altro fantastici, attraverso Robbie Klanderman, un giornalista, capo di un etichetta e una sorta di guru musicale per i Paesi Bassi. Qui negli States abbiamo invece appena firmato per una indie di Denver chiamata Suburban Home records

 


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